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Visualizzazione dei post da 2017

La Mia Relazione Congressuale

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Un aforisma di Anne Carson dice che “ L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso” . Il viaggio che abbiamo intrapreso ormai 4 anni fa ci vede oggi sicuramente cambiati, sicuramente diversi nell’approccio ai problemi, nel confronto interno e nei rapporti con l’esterno. È stato un viaggio difficile e non privo di errori, di questo ne siamo consapevoli e non ci sottraiamo al peso della responsabilità che questi comportano, ma sappiamo anche che dagli errori si impara. La vera questione è dove il bagaglio di esperienza ci porterà, quali percorsi scegliere per raggiungere la meta che ci eravamo prefissati. Il PD del 2017 è sicuramente diverso da quello del 2013, più visibile tra la gente, più unito al suo interno, con nuove risorse ma non possiamo nascondere anche con tante difficoltà in primis il grande ridimensionamento avuto in termini di rappresentatività in amministrazione. Qualche compagno di viaggio oggi ha scelto di stare altrove,

Il PD che vorrei.

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Edward Hopper, Cladigger, 1935 – Flickr Per chi come me ha sempre creduto nella forma partito e in particolare in quello che poteva rappresentare una nuova stagione per la sinistra italiana, il fallimento del Partito Democratico fa male. Non si tratta solo della scissione avvenuta con gli esponenti di MDP ma in generale della disgregazione di un partito che ogni giorno perde pezzi, che sembra completamente allo sbando e che è stato capace di far resuscitare una destra che ormai sembrava all’angolo. Dall’epoca del “Renzi” che ho personalmente appoggiato nel 2013 è cambiato tutto, più che una evoluzione dei progressisti abbiamo assistito ad una involuzione con scenari di guerra intestina ed una radicalizzazione dello scontro tra le due anime del partito che ha portato solo guai e sconfitte.   Il confronto interno è stato così “partigiano” da parte di entrambe le posizioni che le distanze sono diventate abissali e il dialogo impraticabile. Ma la cosa che più mi sconvolge è l

Ci spaventa lo “Ius soli”?

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Da qualche settimana il «diritto del suolo» ossia dell’ottenimento della cittadinanza italiana da parte di immigrati residenti nel nostro paese è al centro della discussione politica nazionale. Atteso che l’opinione pubblica mostra un interessamento relativo alla questione (cosa sbagliata a mio parere), si sentono opinioni politiche delle più disparate e come al solito associate strumentalmente ad altre vicende non collegate tra loro. In maniera subdola nei salotti televisivi i temi dello ius soli e dei continui sbarchi di migranti sulle nostre coste, vengono messe in stretta relazione e discusse in un connubio che, in maniera volutamente manipolatoria, assopisce la capacità di analisi e di giudizio razionale e porta invece il piano della discussione su quello emotivo ed in particolare  della paura, più produttivo dal punto di vista elettorale. Quale paura? Saremo invasi dagli stranieri e forse anche da potenziali terroristi ! Ma cosa prevede veramente la proposta in d

Da oggi vale....

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Da oggi riparto con la pubblicazione di un blog personale, interrotto nel 2014 per varie ragioni personali e di opportunità. In questi anni ed in particolare negli ultimi mesi, dopo gli avvenimenti politici riguardanti la caduta dell’amministrazione comunale, la campagna elettorale e così via, ho preferito tacere su molti aspetti che hanno riguardato strettamente l’esperienza amministrativa e più in generale quelle che erano delle riflessioni di carattere politico - culturale. Oltre le tante attestazioni di stima personale ricevute in questo periodo, che posso affermare senza se e senza ma, sono le cose che per chi fa politica per servizio valgono di più, ho potuto toccare con mano la “cattiveria” di molta altra gente, che senza scrupoli, per proprio esclusivo interesse personale, ha utilizzato tutti i mezzi per screditare, mentire, falsare la realtà pur di raggiungere lo scopo prefissato. Ma questo fa parte del gioco purtroppo … e oggi più di ieri, mi rendo conto quanto