Il PD che vorrei.

Edward Hopper, Cladigger, 1935 – Flickr



Per chi come me ha sempre creduto nella forma partito e in particolare in quello che poteva rappresentare una nuova stagione per la sinistra italiana, il fallimento del Partito Democratico fa male.
Non si tratta solo della scissione avvenuta con gli esponenti di MDP ma in generale della disgregazione di un partito che ogni giorno perde pezzi, che sembra completamente allo sbando e che è stato capace di far resuscitare una destra che ormai sembrava all’angolo.
Dall’epoca del “Renzi” che ho personalmente appoggiato nel 2013 è cambiato tutto, più che una evoluzione dei progressisti abbiamo assistito ad una involuzione con scenari di guerra intestina ed una radicalizzazione dello scontro tra le due anime del partito che ha portato solo guai e sconfitte.  Il confronto interno è stato così “partigiano” da parte di entrambe le posizioni che le distanze sono diventate abissali e il dialogo impraticabile. Ma la cosa che più mi sconvolge è l’incapacità del Segretario Nazionale di rendersi conto ancora oggi di quale sia il punto di non ritorno, di non considerare che sta portando la “Barca” a infrangersi sugli scogli aprendo costantemente  nuovi fronti di scontro interno. I movimenti per nuove aggregazioni da parte di Fraceschini, di Prodi e Pisapia sono emblematici, sono il chiaro segnale che il Partito Democratico nei fatti non esiste più.
Non meno complessa è la situazione nella nostra regione dove il nostro presidente Emiliano, gioca come al solito la “sua” partita, imbarcando chiunque viaggi sui barconi nel mare dei “profughi politici” pur di assicurarsi una ciurma che gli consenta di navigare verso le proprie mete. Non importa quanto i militanti del partito si impegnino quotidianamente per garantire dignità, presenza e visibilità a questo partito che più che una risorsa è sempre di più un handicap, l’importante è andare avanti e spesso accontentare tutti, una nomina di qua e una di la!  
Tra un paio di mesi anche a Cassano sarà celebrato il congresso cittadino. Io mi presenterò come segretario dimissionario visto che già all’indomani delle amministrative ho comunicato agli organi provinciali la volontà di lasciare la segreteria con la convinzione di non ricandidarmi.
Essendo una persona che non sfugge alle proprie responsabilità, le motivazioni di tale decisione risiedono sia in aspetti più specificatamente politici (riguardano chiaramente quanto accaduto con l’amministrazione Lionetti e l'elezioni dell’11 giugno scorso), sia in una profonda riconsiderazione di ciò che significa oggi appartenere ad una organizzazione politica,  di quanto si utile e del suo effettivo apporto alla politica ma questa è un’altra storia…   
Ritornando ai fatti di casa nostra il Pd cassanese probabilmente in questa fase ha bisogno di una persona che sia nuovo aggregatore,  meno “renzianamente” divisivo come  lo è stato il sottoscritto. Da semplice iscritto darò sempre il mio contributo ma credo che oggi si debba ripartire, le risorse umane e politiche ci sono ed è arrivato il momento che queste possano esprimersi nel loro potenziale.
Come ho dimostrato non sono attaccato alla poltrona sia essa quella di assessore o di segretario, non sono attaccato alle ideologie ma ai valori si e quelli si esprimono nella politica della quotidianità, nel far bene il proprio lavoro, nel rispettare sempre le persone e la loro dignità,  nel rispettare l’ambiente, le regole e così via. Non c’è bisogno di incarichi e di visibilità, la politica la si vive non la si “indossa” necessariamente in Consiglio Comunale o nella gerarchia di partito.
Spero in un buon congresso e in un buon segretario, spero in un PD migliore di quello che lascio.
Alla prossima !

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